Gan Bandas Big Pouf – B Giallo

Bandas è la collezione, presentata al Salone del Mobile 2014, di tappeti, pouf, cuscini, chaise longue e poltroncine, disegnata da Patricia Urquiola per Gan. Un concept illuminato e all’insegna della flessibilità.

La collezione Bandas consente di reinventare con grande libertà gli spazi, di rimodellarli privilegiando e mettendo in evidenza ora un elemento ora un altro, accoppiando o separando le sedute aggiungendo cuscini e tappeti con lo stesso decoro. L’elemento proposto è un pouf dall’aspetto accogliente e dai colori tenui e caldi. Una forma unica e morbida con un doppio motivo grafico geometrico per la seduta, uno quasi piatto e uno in rilievo, delicatamente cuciti, uno spesso bordo a vista di colore arancione incornicia con un tocco estroso e vivace la composizione. Il colore della seduta sempre in contrasto con il grigio neutrale dei fianchi crea equilibrio estetico e cromatico e contribuisce a realizzare un’atmosfera piacevole e rilassata. Il pouf è rivestito in pura lana vergine con modalità di lavorazione altamente pregiate, le stesse che hanno reso celebre il brand Gan Espacios.

Il rivestimento è facilmente sfoderabile grazie ad una pratica chiusura in velcro
Modello B – Yellow/Giallo

Dettagli

Dimensioni

L. 95 cm – P. 60 cm – H. 35 cm

Altre informazioni

• Paese di produzione: Spagna

Progettato da Patricia Urquiola

Patricia Urquiola, designer e architetto di origini spagnole, è una delle figure femminili più brillanti del design contemporaneo. Nel 2001 ha fondato il Patricia Urquiola Studiocon Alberto Zontone, che opera nei settori di product design, architettura, direzione artistica e consulenza strategica. Il suo stile si basa su un principio fondamentale: pensare spazi o oggetti in relazione alle persone. Questo approccio si riflette in tutte le sue opere, considerate grandi capolavori del design: dalle poltrone Fjorde Lilo di Moroso, alle sedute Husk e Crinoline e il Bend Sofa di B&B Italia; dai tavolini T-Tabledi Kartell alla cucina Salinasdi Boffi, solo per citarne alcuni.

Vai alla pagina di Patricia Urquiola